L’unità dei movimenti meridionalisti è l’aspirazione di tanti militanti della vasta galassia meridionalista, quella ben descritta da Lino Patruno nel suo libro “Fuoco del Sud”. Durante l’incontro di Melfi (Pz) del 17 marzo 2018 sono stati aggiunti nuovi importanti tasselli per comporre il complesso mosaico unitario di questa galassia. Il convegno, tenuto nella sala del convento di S. Antonio, è stato organizzato dal Gino Giammarino, editore de “Il Brigante”. Nell’occasione è stata presentata la nuova rivista di approfondimento de “Il Brigante” battezzata QM (Questione Meridionale).
L’unità esiste su tre punti fondamentali
Oltre all’interessante confronto in sala, ai margini del convegno è stato possibile ampliare il dialogo attraverso interrelazioni personali tra i diversi leader e militanti. Ci sono tre punti su cui concorda la stragrande maggioranza dei movimenti. Il primo è che esiste un trattamento scorretto e penalizzante da parte dell’Italia nei confronti degli ex territori del Regno delle Due Sicilie. Il secondo è che la causa iniziate e scatenante di tale trattamento va indicata nell’aggressione piemontese contro le Due Sicilie durante il cosiddetto Risorgimento. Il terzo è che serve un forte e strutturato soggetto politico meridionalista capace di governare i territori e di rappresentarlo nelle istituzioni italiane e europee.
Nel corso del dibattito, dentro e fuori dalla sala, ha dominato l’analisi dei risultati elettorali del 4 marzo 2018 e del suo possibile significato. Se da un lato si registra l’urlo del Sud contro i partiti nazionali, manifestato dalla somma dei voti ottenuti dal Movimento 5 Stelle più quelli degli astenuti, dall’altro è forte la preoccupazione rispetto al comportamento dei grillini. A Sud, i cosiddetti pentastellati, hanno sicuramente favorito, se non addirittura proposto, quelle iniziative regionali atte a riconoscere le vittime meridionali dell’Unità d’Italia. Tuttavia, il movimento ha facilmente messo alla porta ottimi militanti territoriali, senza apparenti motivi giustificativi. La litigiosità interna ai grillini aggiunge elementi di preoccupazione rispetto ad eventuali potenziali politiche meridionaliste che il movimento potrebbe portare avanti. Ciò nonostante, si registra un’apertura degli eletti al Sud al dialogo con i movimenti territoriali, al fine di portare in Parlamento i nostri temi.
Citarella propone la “Carta di Melfi”
L’intervento di Alessandro Citarella, segretario politico MERIDEM, è stato improntato sulla necessità di creare un forte movimento unitario dei meridionalisti. Per Citarella, la linea che unisce l’evento di Gaeta lo scorso febbraio a questo di Melfi, traccia il percorso che dovrà servire per continuare verso l’unità. Inoltre, propone agli altri leader di sviluppare un documento unitario, che potrebbe chiamarsi “Carta di Melfi”, con pochi punti fondanti, che possano dare inizio alla strutturazione del processo unitario. “Non importa se si formi una confederazione, una federazione o un cartello meridionalista” – conclude il segretario. “L’importante è che si inizi a produrre politica unitaria e che si faccia il percorso assieme.”
Per la delegazione MERIDEM è stato fondamentale potersi rapportare direttamente con i rappresentanti degli altri movimenti. La direzione MERIDEM esprime un caloroso ringraziamento all’editore Gino Giammarino per l’ottimo lavoro svolto. Nel frattempo, continuano i contatti con i rappresentanti degli altri movimenti, nella ferma convinzione che è necessario portare a compimento l’unità del movimento meridionalista, come deciso nel Congresso MERIDEM dell’11 novembre 2017.